q-13

n.13

L’ëspirit foulét

Quaderno
Pubblicato il: Luglio 2009

Indice:

Prefazione …………………………………………………………………………………… pag 3

Trascrizione …………………………………………………………………………………. pag 4

L’ëstorio dë la vaco mòrio: la storia della vacca mòria ………………….. pag 5

La caço d’or: le feste e le minà

Il mestolo d’oro: le feste e i bambini ………………………………………………. pag 19

 

Prefazione:

Il mondo dell'irrazionale fa parte di ogni cultura, di oggi come di ieri; ma forse esso permea assai più le culture trasmesse prevalentemente per via orale, per quella caratteristica dell'oralità di sfumare i contorni, di dare versioni diverse dello stesso racconto, di confondere realtà e fantasia, religione e superstizione, fatti realmente successi e altri di pura invenzione.
Un mondo "fantastico" che si esplica nelle "storie" raccontate ai bambini, nelle usanze di cui spesso non si ricorda l'origine, nelle credenze, "superstizioni" e rituali che si seguono ma che non si sanno spiegare, e in quella mole di saggezza popolare che sono i proverbi e i modi di dire, che evocano immagini, leggende, miti e nascondono una profonda conoscenza del mondo animale e vegetale (e umano).
Tutto ciò fa riferimento a fenomeni nati in epoche diverse e anche in luoghi diversi (nessuna lingua o cultura è mai isolata, gli scambi ci sono sempre stati), tramandati da una generazione all'altra, mescolati e sovrapposti, fino a far perdere le tracce della loro origine e delle loro motivazioni, ma che hanno creato modi di pensare e di agire, usanze, regole e credenze, che guidano il comportamento dei singoli e della comunità.

Una manifestazione di questo mondo " fantastico" a Ostana è la "storiella" dell'ëspirit foulét, lo spiritello giocherellone che cerca di interagire con gli uomini ma non si lascia vedere: di qui il titolo di questo quaderno, il numero 13, dedicato appunto ai racconti, alle usanze dei bambini (la questua delle noccioline a Santo Stefano, Pariззio, la frittata di Pasquetta), alle feste tradizionali (le feste dedicate ai Santi venerati in paese), alle "superstizioni", e infine al linguaggio figurato e metaforico presente nella parlata di Ostana.

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