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Per motivi di compatibilità i video sono visualizzabili negli appositi box e non nell’ultima gallery dove ci sono le foto.
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La frazione S. Antonio vista da S. Jacou.
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Gennaio 2000, festività di S. Antonio Abate.
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Frazione S. Antonio: i porti (portici) di casa G. Flesia.
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Dë sout da piaço dë Miribrart - inverno 1978.
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Festa di S. Antonio abate (16/1/2000). La boudëtto.
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Frazione S. Antonio, casa G. Flesia: lou porti.
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Anni '60. Da San Bërnart a Miribrart
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La cappella di Sant'Antonio oggi
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A la çimmo dë Miribrart
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Miribrart
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Miribrart
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Miribrart è il termine con cui la popolazione locale identifica quel nucleo di abitazioni che sui Fogli di Mappa del comune di Ostana sono denominati Borgata di Sant’Antonio, dal nome della cappella che qui sorge.
È possibile che
brart sia contrazione di un cognome, oggi scomparso, quale, ad esempio, Berard(o). Altri agglomerati, infatti, sono formati da
miri e da un cognome particolarmente diffuso tra gli abitanti di quella località: si veda, per esempio,
Miriquiri e
Miridò, composti rispettivamente dai cognomi
Chiri e
Do. La variante
Mini Brart ha molto probabilmente subito l’influsso del nome proprio di persona
Mini, Domenico (ipoc.) oppure semplicemente rappresenta un esempio di variazione insita nella possibilità di deformazione e trasformazione della lingua locale.
Cont érou a scolo, i dixìën quë qui dë Minibrart lh’érën d’ébréou. Tracol e ébréou. Ma i marcavën pitost lh’ébréou. Sèi pa përqué, sèi pa së l’è méc perquë quë l’érën pa ton d’acorde bou i prèire ou quë l’éro propi d’ébréou véramënt, sèi pa. Forse lh’érën ën pou… lh’avìën pa vuëlho d’isase coumandà da i prèire pitost.
Traduzione: Quando ero a scuola, dicevano che quelli di
Minibrart erano degli
ébréou.
Tracol e ébréou. Ma sottolineavano piuttosto gli
ébréou. Non so perché, non so se è solo perché non andavano molto d’accordo con i preti o se erano proprio degli ebrei veramente, non so. Forse erano un po’… non avevano voglia di farsi comandare dai preti, piuttosto.L’epiteto
Tracol, da tradursi letteralmente con Tra (i) colli, era in uso nelle borgate più basse di Ostana per indicare coloro che provenivano dalle frazioni situate più in quota, quindi non soltanto quelli di
Miribrart, ma anche per esempio quelli de
La Ruà. Ébréou invece era usato da tutti gli ostanesi delle altre frazioni per indicare specificamente gli abitanti di Sant’Antonio; il termine letteralmente equivale ad ebreo, ma probabilmente non è da intendersi in senso letterale, bensì nel senso di un non cattolico o non praticante.
La frazione è caratterizzata da un grande agglomerato di abitazioni addossate le une alle altre, “unno a caraboch a l’àoutro”, per non sottrarre eccessiva superficie ai coltivi. Il nucleo centrale è suddiviso verticalmente dalla Vio dal Sère. I fabbricati che si affacciano su questa strada sono i più antichi, da cui ha iniziato ad espandersi l’abitato; quelli più esterni invece, risultano di più recente costruzione.
(…) Les filhe voulìën mariase a Miribrart. Tuch voulìën vënì a Miribrart, l’éro ën post quë lh’éro dë bon prò… les filhe voulìën vënì istà a Minibrart përqué i prò érën pì comout a travalhà. Anche a pourtà drujjo… l’éro dë bon prò ëntouërn dë mizoun. E anche cont i vënìën da le mèire, d’içì al Sère l’éro pa ton lùënh. Lh’an fach tonte mizoun e tonte coze propi justo p’r aquél fatou aquì quë… tuch voulìën istà a Minibrart. Anche pa së l’aouro; anche gavà la vio da néou lh’anavën d’içì a la Villo (…).
Traduzione: (…) Le ragazze volevano sposarsi a Miribrart. Tutti volevano venire a Minibrart, era un posto in cui c’erano dei buoni prati… le ragazze volevano venire a vivere a Minibrart perché i prati erano più comodi da lavorare… anche a portare il letame, c’erano dei buoni prati intorno a casa. E anche quando venivano dalle mèire, da qui al Sère non era molto lontano. Hanno costruito tante case e tante cose proprio espressamente per quel fatto, che tutti volevano venire ad abitare a Minibrart. Anche non esposto al vento; anche per spalare la strada dalla neve andavano da qui alla Villa (…).
Cappella di S.Antonio
Non sappiamo quando sia stata costruita la cappella dedicata a Sant’Antonio, ma sicuramente esisteva già a fine ‘700 quando aveva già una conformazione simile a quella attuale, ma priva di porticato.
Qui si festeggiava soltanto Sant’Antonio abate, il 17 gennaio; solo successivamente si è iniziato a ricordare anche Sant’Antonio da Padova nel mese di giugno. Dapprima si celebrava soltanto una messa, poi dagli anni ’50 circa, si è incominciato a festeggiare più ampiamente. In ogni caso la festa di gennaio era quella più importante e più sentita, anche e soprattutto perché in inverno la popolazione aveva più tempo da dedicare ai festeggiamenti. La sera precedente si preparava il falò presso il pilone votivo della frazione. Il giorno seguente, invece, dopo la celebrazione religiosa, durante la quale si distribuiva charitoun (pane benedetto), si festeggiava con canti, balli, giochi ed intrattenimenti. Si ballava naturalmente nelle stalle; ad organizzare le serate era la gioventù della frazione, che si accordava con i sounadour e prendeva le necessarie autorizzazioni. Gli uomini, non interessati al ballo, si intrattenevano presso le “osterie” create per l’occasione che venivano ospitate presso una casa della borgata o presso il forno. I festeggiamenti si prolungavano per tutta la notte e anche oltre, se dobbiamo dar retta al modo di dire: “Quél quë vai a Sant’Ëntoni e vën pa l’ëndëmon, vën a la vigilio dë San Bastion”.
La Vio dal Sère
Dall’Atlante Toponomastico
fs 14-F5-F6, 15-D9-E9, 16-C4-C5
“La strada del Sère”.
Altra strada delimitata in gran parte da muri in pietra a secco e acciottolata nei punti più ripidi; collega Miri Brart con le “meire” del Sère. Si adatta alla naturale configurazione del suolo e, in più punit, è solcata da diversi napou, canaletti defluenti verso valle, che favoriscono lo sgrondo dell’acqua meteorica. Prosegue con la denominazione Vio da Crouç.
Un tempo il percorso era frequentato quotidianamente da chi si recava alle residenze estive, a svolgere lavori agricoli e al pascolo autunnale. In inverno serviva da pista nella neve per il passaggio dei bèrs, slitte, carichi di legname, pietre da costruzione o letame.
La sua manutenzione era attuata in primavera e l’inizio dei lavori veniva annunciato dal messo comunale dopo la celebrazione della messa domenicale sulla piazza antistante al palazzo comunale. Ogni famiglia inviava un suo membro e sotto la direzione di un cap cantoun, capo cantonierem si provvedeva al riempimento delle buche, al pareggiamento della superficie, al ripristino dell’acciottolato dei napou.
Si tratta della parte iniziale di un percorso che, complessivamente chiamato Strada Vicinale del Serre sui Fogli di Mappa IX, XII e XXIII del Comune di Ostana, nell’uso locale assume, a seconda della località di volta in volta raggiunte, due diversi appellativi: Vio dal Sère e Vio da Crouç.
La Vio da Ruà
Dall’Atlante Toponomastico
fs 16-E8, 19-G3
“La strada della Ruà”.
Antica strada comunale in disuso da molti anni e in gran parte invasa dai rovi; collegava Miri Brart all’omonima borgata. Il percorso, fiancheggiato da numerosi frassini, è, nel tratto a monte, delimitato da muri in pietra a secco e, a valle, da grosse lastre di pietra. Il fondo, acciottolato, è solcato da diversi rigagnoli che facilitano lo sgrondo delle acque di precipitazione. Il cammino prosegue con la denominazione Vio dë Samicoulàou.
L’appellativo riguarda il tratto iniziale di un percorso che, complessivamente indicato come Strada Comunale dei Bernardi sui Fogli di Mappa XII, XIII e XVII del Comune di Ostana, nell’uso locale assume, conformemente alle località di volta in volta raggiunte, due diverse denominazioni: Vio da Ruà e Vio dë Samicoulàou.
Miribrart – F.ne S.Antonio
Dall’Atlante Toponomastico
m 1365 m 16-E5
IGM: S. Antonio
Etnico: Oc: i Tracol
Frazione disabitata di Oustano, costituita da un grande agglomerato di abitazioni, in gran parte provviste di ampi porticati, che si snodano lungo un crinale poco pronunciato e sono addossate le une alle altre, per non sottrarre eccessiva superficie ai coltivi. Il nucleo centrale, costruito su un terreno roccioso e diviso dalla Vio dal Sère, che sale ripida, si è espanso in lieve misura sono al termine degli anni ’40. Sul prospetto di una costruzione è incisa la data 1823, periodo in cui anche gli altri edifici devono essere stati molto probabilmente realizzati. Nella parte mediana della località sono visibili i ruderi di un’abitazione di cui si suppone sia stato fatto un uso collettivo, considerata la fattura pregevole del camino e dell’intonaco. Nelle vicinanze un fabbricato è caratterizzato da muri perimetrali lavorati, a tratti, a spina di pesce.
Il degrado aumenta ogni anno in misura notevole, ma i pochi edifici venduti sono stati ristrutturati nel rispetto delle tipologie costruttive locali.
Sebbene un tempo fosse la località più popolata del paese, negli ultimi anni solo una signora, deceduta nel 1993, vi risiedeva stabilmente. In passato la frazione e i suoi abitanti venivano chiamati rispettivamente Ebréou (il luogo) ebreo, ed Ebréhei, ebrei, mentre la Ruà, altra frazione nella quale era ubicata la Parrocchia d’Oustano, veniva definita Cristiana, (la località) cristiana: una contrapposizione che risente evidentemente dei contrasti religiosi tra Valdesi e Cattolici. Ancora oggi, infatti, per ebréou si intende colui che non pratica le funzioni religiose. Gli abitanti della frazione, unitamente ai residenti della Ruà, sono soprannominati Tracol, Tra (i) colli, poiché entrambi dimorano alle quote più alte insediate stabilmente dall’uomo sul territorio di Oustano.
È possibile che brart sia contrazione di un cognome, oggi scomparso, quale, ad esempio, Berard(o). Altri agglomerati, infatti, sono formati da miri e da un cognome particolarmente diffuso tra gli abitanti di quella località: si veda, per esempio, Miriquiri e Miridò, composti rispettivamente dai cognomi Chiri e Do. La variante Mini Brart ha molto probabilmente subito l’influsso del nome proprio di persona Mini, Domenico (ipoc.). La località è denominata Borgata Sant’Antonio sul Foglio di Mappa XII del Comune di Ostana.
Scarica l’Atlante Toponomastico con le cartine e i riferimenti topografici!
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